2 gennaio 2010

HOLDINGS - PARTE PRIMA: La holding è un imprenditore?

Uno dei requisiti richiesti dall'art. 2082 c.c. per l'attribuzione della qualifica di imprenditore è lo svolgimento di un'attività economica produttiva. Se per economicità si intende il perseguimento di una finalità produttiva secondo un metodo economico (copertura dei costi tramite i ricavi), il carattere produttivo dell'attività si deve ravvisare non solo nella trasformazione di materie prime volta alla realizzazione di un risultato nuovo e diverso, ma, in generale, in ogni attività che, mediante il compimento di una serie di atti coordinati volti all'impiego organizzato dei fattori produttivi, realizzi la produzione di ricchezza, a prescindere dalla natura del bene o del servizio offerto. Per questo motivo, si esclude unanimemente l'impresa laddove l'attività sia volta al mero godimento o alla semplice amministrazione dei beni.
In quest'ottica, si è a lungo discusso circa l'attribuzione del carattere imprenditoriale, nel senso sopra inteso, all'attività delle cd. holdings. Secondo la definizione di Campobasso, la holding è una società che ha “per oggetto esclusivo l'acquisto e la gestione di partecipazioni di controllo in altre società, con finalità di direzione, di coordinamento e di finanziamento della loro attività”. In buona sostanza, ci si chiede se l'attività della holding, sia essa pura (acquisto e gestione di partecipazioni di controllo) o operativa (direzione, coordinamento e finanziamento dell'attività delle partecipate), presenti i requisiti per l'attribuzione della qualifica di imprenditore.
Sul punto, la dottrina ha tentato in diversi modi di dare risposta positiva al quesito.
1.teoria della finzione di Galgano → esercizio mediato e indiretto di attività imprenditoriale: la holding è impresa perchè, per effetto di una finzione giuridica, il suo oggetto sociale viene a coincidere con quello delle società partecipate;
2.teoria caso “Caltagirone”: la holding è impresa perchè produce servizi di direzione e coordinamento;
3.teoria dell'impresa ausiliaria di Savi: la holding è impresa perchè la sua attività è ausiliaria, ai sensi dell'art. 2195, n. 5 c.c., a quella svolta dalle partecipate;
4.teoria della società di investimento di Zanelli.
A prescindere dalla teoria che si ritiene di condividere, oggi è pacifico, sia in dottrina che in giurisprudenza, che l'attività svolta dalla holding individui un'attività imprenditoriale, in quanto esercizio professionale e organizzato della funzione di direzione e controllo delle società partecipate (Ferrara-Corsi) accompagnato dallo svolgimento di una indispensabile funzione capitalistica (azionista di riferimento).

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